Il voto di lista si conferma all'avanguardia nel panorama mondiale

Pubblicato il 11/12/2019

Il 9 e 10 dicembre 2019 il Comitato italiano per la Corporate Governance ha ospitato a Milano, presso Palazzo Mezzanotte, la quinta edizione dell’Italy Corporate Governance Conference (ICGC), l’incontro annuale dedicato ai temi di corporate governance e stewardship.

Esponenti di spicco dal mondo delle società quotate e dell’asset management hanno così trovato occasione di confrontarsi sui temi più attuali e dibattuti della materia, tra cui spiccano lo sviluppo dell’engagement degli investitori istituzionali nonché le evoluzioni nella struttura e nelle funzioni dei consigli di amministrazione.

All’interno del dibattito è emerso come la corporate governance debba muoversi in parallelo al progresso dei mercati finanziari e pertanto confrontarsi con le nuove esigenze che emergono di volta in volta. In particolare, la tendenza generale verso un modello di assetti proprietari che vede una sempre maggiore presenza di asset manager e investitori istituzionali nel capitale delle società quotate è uno dei fattori che più influenza le tematiche di governance contemporanee, impattando profondamente sulla struttura delle società, sul modello di business dei gestori e sulle relazioni esistenti tra loro.

In questo contesto, la nomina e l’elezione degli organi sociali rappresenta uno dei momenti che meglio sintetizza la complessità dei temi tratteggiati, andando ad impattare sulla composizione e sul funzionamento degli organi di vertice che indirizzano l’attività aziendale. Tale momento dovrebbe essere perciò regolato da norme e prassi che contribuiscano il più possibile ad una corretta dialettica tra società e azionisti tutti.

Come espresso durante la conferenza da Ronald J. Gilson, Professor of Law and Business alla Columbia Law School e alla Stanford Law School, il modello italiano del voto di lista si conferma ancora una volta uno dei meccanismi all’avanguardia nel panorama mondiale in questo ambito, permettendo alle minoranze di poter eleggere i propri candidati senza dover puntare alla maggioranza dei voti in assemblea, e pertanto senza doversi porre in contrasto alle scelte del management o dell’azionista di controllo.

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