Stagione assembleare 2020
La stagione assembleare 2020 è stata caratterizzata dall’utilizzo di nuove modalità di svolgimento della vita sociale degli emittenti, la cui introduzione si è resa opportuna a fronte della necessità di gestire l’emergenza covid-19. In tale contesto, i gestori hanno dato prova di grande resilienza e reattività nell’adozione di comportamenti virtuosi, coerenti con il ruolo attivo svolto nella governance degli emittenti partecipati – anche in vista dell’applicazione dei nuovi obblighi previsti ai sensi della Shareholder Rights Directive II. Anche quest’anno, i gestori italiani ed esteri riuniti nel Comitato dei gestori hanno pertanto perseverato nel loro impegno di presentare candidati di minoranza per l’elezione degli organi sociali delle società quotate italiane attraverso il voto di lista.
I numeri della stagione evidenziano un bilancio positivo: i dati confermano la crescita numerica sia degli eletti sia delle liste depositate rispetto al passato, e nello specifico rispetto alla stagione 2017 - che costituisce il riferimento per la comparazione triennale, considerata la durata dei mandati negli organi sociali.
I candidati risultati eletti sono 106 e hanno assunto incarichi in 45 società (19 del FTSE-Mib, 17 del Mid Cap, e 9 tra Small Cap, Aim e Mta). Di questi, 69 sono consiglieri di amministrazione, 29 presidenti di collegio sindacale e 8 sindaci effettivi (senza considerare i 35 sindaci supplenti). Ad oggi, il numero complessivo degli eletti in carica si attesta pertanto a circa 250 tra consiglieri di amministrazione indipendenti e sindaci di minoranza, che ricoprono cariche in oltre 95 società.
Con riguardo alle caratteristiche dei candidati proposti ed eletti, i gestori hanno proseguito il loro impegno a sostegno della diversity nella composizione degli organi di vertice delle quotate.
Innanzitutto, in merito all’obiettivo di riparto tra generi - fissato originariamente a un terzo dalla legge Golfo-Mosca e recentemente innalzato a due quinti dalla Legge di Bilancio - le prime evidenze permettono di confermare che è stata superata la soglia prevista dal legislatore, considerato che sono state proposte circa il 44% di candidature femminili. Le donne rappresentano oltre il 42% dei candidati eletti e ricoprono incarichi in 30 società.
Inoltre, i dati confermano l’attenzione dei gestori nel selezionare i profili tenendo in debita considerazione il mix di competenze professionali ritenuto opportuno per favorire l’ottimale composizione quali-quantitativa degli organi sociali. Il 42% dei consiglieri eletti è perciò riconducibile al cluster business/industrial, il 25% legale o di governance, il 19% risk/control e il 14% finance.